Piccole Donne

Qualche giorno fa chiacchieravo con quella giovane donna coltissima che è mia figlia.
22 anni, una di quelli che leggono fin da piccoli, scrivono bene fin da piccoli, imparano le lingue come fosse semplice e appena possono vanno a fare l’università all’estero.

Lei, la sua amica ed io, siamo insieme davanti a una birra tra i canali di Amsterdam, dove loro studiano e lavorano e c’è un invidiabile freschetto da maglioncino. Si chiacchiera.

Colgo l’occasione per buttare lì una di quelle domande terribili che fanno le madri. Se doveste scegliere tra il lavoro dei vostri sogni e l’uomo dei vostri sogni, se le due cose fossero necessariamente alternative, cosa scegliereste? Pausa... elaborano, non hanno bisogno di altre precisazioni, non fanno domande, queste sono due che non girano intorno alle cose.
Risposta: l’uomo dei sogni.
Sospiro di sollievo.

Mi spiego meglio. Mi sono fatta l’idea che le giovani donne di oggi stiano crescendo con il mito dell’autonomia: “Pensa prima a te stessa”.

Insidioso, molto insidioso, tra le righe dice che per pensare a te stesso, devi pensare a te stesso da solo, non prevede compagni di viaggio se non perfettamente allineati, non permette l’idea di avere vicino uno che potrebbe avere un altro passo per mille motivi. Impone di avere a fianco uno uguale a te: stessa storia, stesse ambizioni, stessi privilegi, o nessuno. Insegna ad andare dritti senza cambiare idea.
A me sembra una postura e pericolosa.

Poi le cose non vanno dritte, all’internship prendono un altro, ti ammali seriamente, il lavoro dei tuoi sogni non è davvero il lavoro dei tuoi sogni, hai bisogno di lavorare in fretta, arriva il covid, il mondo frena o accelera…. e non hai imparato a condividere tutto questo con nessuno. Perché lo hai fatto da solo. “Pensa prima a te stessa”.

La vera sfida di queste giovani donne privilegiate che hanno potuto studiare e oggi possono scegliere chi diventare, credo, è restare restare connesse con la vulnerabilità (propria ed altrui).

A mia figlia e alle sue amiche mi viene da dire:
Imparate a sbagliare, è difficile imparare a sbagliare, significa ottimismo e resilienza.
Imparate a cambiare idea, che vuole dire il coraggio di ricominciare.
Imparate ad avere pazienza, intesa come processo tra ciò che è e ciò che voglio, non come spazio vuoto e immobile.
Imparate a fidarvi degli altri …ufff, chiunque abbia avuto le corna sa quanto sia difficile
Imparate a conoscere le vostre risorse per imparare a prendere dei rischi.

Ah, imparate anche a fare ripartire una caldaia andata in blocco, che su cose come questa, voi genZ siete una cosa disastrosa.

Chiunque sia il vostrƏ compagnƏ, quasi nulla è meglio da soli.

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Un tempo immobile