La nostra filosofia

La nostra metodologia si fonda sul modello del coaching ontologico-trasformazionale, elaborato dal filosofo cileno Rafael Echeverria, all’interno della filosofia del linguaggio nella corrente del costruttivismo.

Il coaching ontologico-trasformazionale parte dal presupposto che i risultati che otteniamo derivano dalle azioni che compiamo, che a loro volta sono conseguenti dal modo in cui interpretiamo la realtà. Se i risultati non ci soddisfano, ci serve una nuova interpretazione. Caratterizza il coaching ontologico-trasformazionale l’idea che queste interpretazioni sono conversazioni, pubbliche o private: l’uomo pensa e collabora in modo “linguistico” (ontologia del linguaggio).

Il coaching ontologico-trasformazionale aiuta a trovare nuovi punti di vista da cui osservare la realtà. Il vedere con altri occhi permette di interpretare diversamente i fatti che ci capitano e di cambiare così i nostri comportamenti: la comunicazione diventa più efficace, la cooperazione meno faticosa e diventa possibile creare una nuova “cultura” nel modo di lavorare.

L’INFRASTRUTTURA RELAZIONALE DEL TEAM

Intendiamo per team, un gruppo di persone che cooperano con un obiettivo comune. Lo spazio di azione del team è quindi definito dalla infrastruttura relazionale e comunicativa che si crea al suo interno. Sarà infatti la qualità delle relazioni a determinare il grado di fiducia, la capacità di gestione dei conflitti, la possibilità di condivisione delle responsabilità, etc.  

L’’infrastruttura relazionale permette alla “macchina” team di funzionare.

RELAZIONI NON SOLO SOLIDE MA RESILIENTI

“RESILIENZA - La capacità di un corpo di assorbire un urto senza rompersi (Oxford Languages)

Come ogni infrastruttura, anche le relazioni interne a un team sono soggette a usura. Costanti e ripetute micro pratiche che arrugginiscono il meccanismo della cooperazione (la mancanza di riconoscimento, il mancato rispetto di un impegno, la richiesta eccessiva, la diffusione dello stress, la mancata condivisione di responsabilità, etc.) rendono difficile mantenere la cooperazione anche domani e dopodomani.

Un team resiliente si occupa della manutenzione delle relazioni, che non pretende essere perfette, ma flessibili. E’ disponibile a imparare dagli errori, sa riparare le relazioni danneggiate e sa trovare l’energia per perseguire i suoi obiettivi.